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USA vs Cina: una battaglia a suon di malware

IL BLOG DI SYCON CYBER

Se lo scenario internazionale si sta irrigidendo su più fronti, anche il mondo della cybersecurity non è da meno. Soprattutto gli Stati Uniti e la Cina in queste settimane stanno ingaggiando degli scontri diplomatici che hanno un serio e concreto risvolto in ambito digitale.
È stata Pechino l’ultima potenza a lanciare un “j’accuse”, sostenendo che dagli States partirebbero una serie di attacchi informatici volti a minare la stabilità di tutto il Paese.
È interessante sottolineare un aspetto: non si parla di attacchi provenienti da singoli hacker che cercano di portare avanti delle proprie rivendicazioni, bensì di decine di migliaia di attacchi cyber provenienti da istituti pubblici e governativi; se così fosse, e possiamo ragionevolmente pensare che si tratti di uno scenario quantomeno possibile, avremmo a che fare con l’uso di malware di vario tipo come se si trattasse di vere e proprie armi.
Armi con una potenza distruttiva diversa dal classico ordigno fisico, ma non per questo meno generatrici di grandi preoccupazioni.

L’attacco hacker come un’arma che mette al tappeto i civili

Si sa, in guerra al giorno d’oggi esistono delle regole, ed andare a danneggiare i civili indifesi è effettivamente qualcosa che non rientra (o teoricamente non dovrebbe rientrare) nella norma.
Usare il cyberattacco come strumento di offesa tra Stati, tuttavia, permette di andare ad infliggere un danno tanto alle istituzioni, quanto ai militari e ai civili; ovviamente non si parla di danni fisici né tantomeno della morte, ma comunque torniamo a parlare di conflitti che coinvolgono a 360° il Paese e la sua popolazione.
Questo perché gli attacchi hacker non colpiscono solo il ministero di turno, o i sistemi digitali e tecnologici dell’esercito, anzi spesso parliamo di attacchi che puntano a servizi di prima necessità per la popolazione o ad aziende private: la finalità è creare un disagio diffuso, diffusissimo.
Parlando di Cina vs USA, gli Stati Uniti per mesi hanno accusato la Cina di aver attaccato proprio il tessuto produttivo, le aziende di qualsiasi taglio e rilevanza, ed ora da Pechino arriva un’accusa uguale e contraria.
Queste le recenti dichiarazioni della portavoce del Ministero degli Esteri cinese Mao Ning:

“Il comportamento degli Usa pone un serio pericolo alla sicurezza nazionale della Cina e alla sicurezza delle informazioni personali, la Cina condanna con forza tutto ciò e chiede alla parte Usa di offrire una spiegazione e di fermare immediatamente queste azioni illegali.
Gli Usa hanno da tempo messo in atto un’indiscriminata sorveglianza audio contro gli utenti di telefoni cellulari cinesi, hanno rubato illegalmente messaggi di testo da loro e effettuano localizzazioni wireless degli utenti stessi”.

Un’offensiva che non stenta a fermarsi

Senza volersi schierare da una parte o dall’altra, rimaniamo osservatori di una situazione che non accenna a fermarsi, e comprensibilmente aumenterà: il conflitto del domani si concretizzerà sulla rete, non bisogna essere oracoli o visionari per immaginarselo, anche perché tutto questo, più che “domani”, è già oggi.

Il nostro impegno nel campo della cyber security nasce proprio dal fatto che questa preoccupazione giustamente tocca tanti di noi da vicino.
La nostra legittima aspirazione a vivere la nostra vita e fare impresa ci impone di dare risposta a queste istanze.
Per noi, la risposta sta nella trasparenza del servizio e nell’elevata innovazione delle soluzioni, cosa che la SyCon Suite garantisce.
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– Il team di SyCon Cyber.